venerdì 18 settembre 2015

Si parte!

C'era davvero bisogno di un nuovo blog in cui si parla di Arte?

Voi non saprei, ma io sì, ne avevo bisogno. Avevo bisogno di uno spazio tutto mio per approfondire e condividere le mie più assurde e morbose curiosità sul mondo dell'arte. Certo avrei anche bisogno di più spazio fisico in casa, per raccogliere giusto qualche centinaio di libri (destinati a proliferare ulteriormente!) e altre decine di cianfrusaglie assortite, ma questo è un altro problema. Per adesso mi accontento di questo cantuccio virtuale messo a disposizione da Google.


Perché "Techne"?


Nell'antica Grecia la téchne era l'abilità riconosciuta agli artisti che erano in grado manipolare la materia, creando oggetti che potessero suscitare meraviglia o, nei casi più estremi, un forte sconvolgimento emotivo. A quei tempi il termine indicava sostanzialmente l'Arte e l'artista non faceva altro che portare al culmine certe conoscenze maturate nel campo dell'artigianato.


Al giorno d'oggi l'artista è considerato un medium, una sorta di sciamano anarchico, chiamato a interpretare ed esprimere gli ideali e le emozioni più profonde, vissute e spesso taciute della comunità che lo accoglie. Forse proprio grazie a un ruolo così fuori dall'ordinario egli può considerarsi esonerato dai modi più convenzionali di trattare la materia e utilizzare le immagini che ne scaturiscono.


Si giunge in questo modo, sia per l'arte antica che per quella contemporanea, a dei paradossi clamorosi: mentre l'Afrodite scolpita da Prassitele appariva così sensuale e 'vera' da suscitare pulsioni erotiche, a tal punto da divenire oggetto di veri e propri abusi sessuali, Saverio, lo spazzino partorito dalla fantasia di Luciano De Crescenzo, nel film Il mistero di Bellavista si domanda se gli archeologi tra mille anni saranno in grado di distinguere i comuni sanitari dai "cessi" milionari, utilizzati dagli artisti contemporanei nelle loro installazioni più provocatorie.


Agalmatophilia di Mark Roy



Il mistero di Bellavista - l'Arte Moderna

Visti i tempi c'è da chiedersi se nel 3.000 esisteranno ancora gli archeologi...


...quindi perché "Techne"?


Perché in fin dei conti, comunque la pensiate, non dovremmo mai, in nessun caso, smarrire la capacità di meravigliarci e perdere l'interesse per il mondo che ci circonda. Arte compresa.



Escapando de la crítica di Pere Borrell del Caso (1874).